Dottore, sono normale?

L’ultima volta che sono andato dal mio dottore, specialista in un ambito reputato molto “intimo”, è stato perché avevo un timore.

“Dottore, sono normale?”

“Cosa la porta a farmi questa domanda?”

“Beh, sa, in certi momenti, è imbarazzante dirlo, ma… io ho una reazione diversa rispetto alle altre persone comuni. Sa, mentre i miei amici vanno avanti decisi, io insomma, pochi minuti ed è tutto finito.”

“Mi spieghi meglio.”

Cavolo, dove mi ero cacciato? Parlare di una cosa così personale, i miei “tempi”, non mi era mai capitato. Avevo paura della risposta ed ero imbarazzato per aver fatto quella domanda. Ma oramai non potevo tornare indietro.

“No, guardi, è solo che avevo un dubbio, ma sa… niente di particolare. Sono qui per altro. Vorrei cambiare, anche se mi andrebbe bene così.”

“In che senso cambiare e cosa intende dicendo che le va bene così?”

Mi son fatto coraggio, ho fatto un profondo respiro, ho “preso il coraggio a quattro mani” (… ma perché si dice così? In che senso a “quattro mani”??? Ne abbiamo solo due, almeno io) e sono andato avanti, visto che a quel punto non avevo vie di uscita.

“Sa, beh… certe situazioni mi mettono in imbarazzo. Per me, un minuto ed è fatta… mentre per gli altri no.”

“Mi dica di più.”

Cavolo, ero davvero in un gran casino. Adesso come glielo spiego?

“Beh… sa, è un problema che riguarda la relazione che ho con le altre.”

“Le altre?”

“Sì, le altre persone. Sa Dottore, lei che è il mio Consulente Finanziario, specializzato nel settore finanziario, né sa molto ma molto più di me. Se l’andamento della borsa è negativo, non è colpa sua, so che lei non c’entra niente col calo dei miei risparmi. So che lei non c’azzecca nulla. Beh, l’andamento della borsa, dei mercati, mica li comanda lei. Lei può gestire al meglio la mia salute economica. Non è mica Mago Zurlì. Quindi, mi perdoni della domanda: ma mi dica dottore, secondo lei sono normale? Perché sa, è un gran casino per me in questo momento. Tutti i miei amici, tutte le persone che incontro, mi dicono che ci sono due cose importanti nella vita: la salute e i soldi; e io ho delegato, ho affidato a lei, che è il mio Consulente Finanziario, la mia salute economica. Insomma molte persone mi dicono che dovrei disinvestire ma io non mi sento di fare come loro”

A quel punto il Dottore intervenne dicendo:

“Sa Roberto, li chiamano ‘bias cognitivi’… ma in poche parole vuol dire che chiunque, quando succede qualcosa, come in questo caso un calo di borsa, mettono in atto degli schemi mentali, di comportamento, del tutto naturali ma a volte molto dannosi. Sono delle scorciatoie mentali, dei brutti scherzi che ci tira il nostro cervello. Cioè, in buona sostanza, ad esempio, tutti noi tendiamo a fare dei pensieri che sono del tipo ‘siamo più tristi se perdiamo soldi rispetto a quanto siamo felici se li guadagniamo’. Vuol dire che ‘abbiamo più paura di perdere dei soldi anziché consapevolezza di poterne guadagnare di più.”

L’ho interrotto e gli ho detto:

“Vede, io so perfettamente che se i miei risparmi calano per i casini che succedono in borsa, lei guadagna meno. Quindi, per deduzione, capisco che la sua attenzione è focalizzata al farmi perdere il meno possibile o guadagnare, quando possibile, di più.”

“Perdere il meno possibile o guadagnare il più possibile. Esattamente così. Vede Roberto, aggiungo una cosa: quando ci siamo visti, qualche tempo fa, si ricorda che avevamo trovato il modo di pagare meno tasse possibili se lei fosse venuto a mancare? Ecco anche lì, abbiamo affrontato un altro tipico errore che le persone commettono: come diceva lei, hanno più paura di dire quanto hanno in banca rispetto a parlare della loro salute.”

“Vero Dottore! Ma sa che quando parlavo con i miei amici e loro insistevano a dire che stavano disinvestendo tutto, io gli ho detto ‘eh la Peppina, ma quanti soldi hai?’ e loro sono diventati rossi, hanno iniziato a cambiare discorso. Per non parlare di quando gli avevo detto che lei mi aveva consigliato di fare testamento, e loro hanno cominciato a dire che portava sfiga parlare della morte, di lasciare eredità a qualcuno. Poverini, non hanno idea di quanto sia semplice: un foglio manoscritto, dove dico semplicemente quello che voglio. Insomma che fine devono fare i miei risparmi quando morirò. Sa che una volta un amico mi ha detto che era andato ad un incontro dove avrebbero parlato di ‘passaggio generazionale’. Ma mi aveva confessato che era andato perché aveva capito che riguardava il fatto che i consulenti finanziari avrebbero passato il loro portafoglio in gestione ai loro figli, perché andavano in pensione e per presentarceli. Ma che solo quando era arrivato lì aveva capito che parlavano di cosa succede ai tuoi soldi se muori, quante tasse pagheranno i loro eredi, cosa fare insomma se morivano. Beh, io ho fatto finta di niente, come se non conoscessi l’argomento del quale lei mi aveva già informato. Ma mi veniva da ridere, e lui deve averlo capito perché dopo un po’ ha cambiato discorso.”

Il Dottore mi ringraziò e io gli feci nuovamente la domanda:

“Ma Dottore, secondo lei sono normale?”

E lui mi ha risposto:

“Sa Roberto, la domanda è molto delicata, e vorrei tranquillizzarla ma, devo essere schietto con lei. Gliel’ho promesso quando ci siamo conosciuti; lo faccio con tutti i miei Clienti. No, lei non è normale. Almeno per ciò che riguarda l’aspetto economico, i soldi, gli investimenti, no, lei non è normale. Per altre cose non so. Ma su questo, ne sono certo, lei non è normale.”

“Ma secondo lei è colpa sua?”

“Può anche essere, o forse, se è colpa mia ne sono contento.”

A quel punto, tirai un sospiro di sollievo.

“Grazie Dottore, sa, avevo il terrore di essere normale.”